Benvenuti all'ultimo capitolo del nostro racconto su Sant'Antonio, offerto dall'InfoPoint di Monteroni e basato sul libro "Antonio di Padova: Un Santo, una Città". In questa sezione finale, esploriamo i simboli, i miracoli e le tradizioni che alimentano la profonda devozione popolare verso il nostro Patrono.
Quando guardiamo un'immagine di Sant'Antonio, vediamo una storia raccontata attraverso i simboli. Il Giglio che tiene in mano rappresenta la sua purezza. Il Libro ci ricorda la sua grande sapienza, che lo rese Dottore della Chiesa. Ma il simbolo più amato è il Bambino Gesù che tiene dolcemente tra le braccia: un'immagine che ricorda la sua visione miracolosa, segno di un amore tenero e profondo per Cristo.
Sant'Antonio è universalmente conosciuto come il "Santo dei Miracoli". Si narra che a Rimini, non essendo ascoltato dagli uomini, predicò ai pesci, che accorsero a migliaia. O che una mula, digiuna da giorni, preferì inginocchiarsi davanti all'Eucarestia piuttosto che mangiare la biada che le veniva offerta.
Ma la sua protezione va oltre i grandi prodigi. È il patrono dei poveri, il consolatore degli afflitti e il santo a cui ci si rivolge per ritrovare gli oggetti smarriti, un simbolo della sua capacità di aiutarci a ritrovare anche la fede e la speranza quando ci sentiamo perduti. A Monteroni, egli è soprattutto il protettore della famiglia e della comunità.
Questa fede semplice e profonda si esprime magnificamente nella preghiera popolare, come nella poesia in dialetto che potete leggere in questa pagina, dove un fedele si rivolge al suo Santo chiedendo pane, Vangelo e la capacità di trovare la bellezza anche in mezzo alle difficoltà, proprio come una rosa tra le spine.
Il nostro viaggio termina qui. Speriamo che questo racconto vi abbia avvicinato alla figura di Sant'Antonio e al cuore della nostra comunità. Grazie per l'ascolto, da parte dell'InfoPoint di Monteroni di Lecce.